Siamo quasi agli sgoccioli.
Mancano ancora poche settimane prima di veder partire Tobias per la sua esperienza (scolastica) all’estero.
E senza la sua mamma.
Per godermi fino in fondo il “mio bambino”, utilizziamo le serate del weekend per vedere insieme la televisione.
Dopo aver riso per buona parte dei film di Jackie Chan, sono passata ad un altro film cult della risata “Frankenstein Junior“.
Frankenstein Junior (Young Frankenstein) è un film del 1974 diretto da Mel Brooks. È il quarto film di Brooks, a partire da un’idea di Gene Wilder, che è anche autore della sceneggiatura insieme al regista.
Campione d’incassi nel 1975, la pellicola si rifà in senso parodistico al romanzo di Mary Shelley e agli altri celebri film da esso ispirati, che hanno come capostipite Frankenstein di James Whale del 1931.
Il film è interamente girato in bianco e nero, adottando una fotografia e uno stile anni trenta, giocando anche sulle transizioni tra una scena e l’altra proprio per riprendere anche esteticamente i toni del film di Whale.
Questo risultato è stato raggiunto utilizzando perfino gli attrezzi di scena del film originale, ricollocati nelle stesse posizioni e negli identici studi di ripresa.
Nel film possiamo trovare tante citazioni, che sono state resi celebri e riprese anche da altri libri e/o canzoni.
A mio avviso, comunque, e’ la seguente.
Inga: Certe volte io molta paura di lampi.
Dr. Frankenstein: È una scarica atmosferica, nient’altro, niente di cui impaurirsi.
Inga: Lupu ulula.
Dr. Frankenstein: Lupo ululà?
Igor: Là!
Dr. Frankenstein: Cosa?
Igor: Lupu ululà e castellu ululì!
Dr. Frankenstein: Ma come diavolo parli?
Igor: È lei che ha cominciato.
Dr. Frankenstein: No, non è vero.
Igor: Non insisto, è lei il padrone. Bene, eccululà. Casa! Lupu ululà… … castellu ululì!
Forse non tutti si ricorderanno la scena di quando i personaggi, a tavola stanno degustando una fetta di torta di mele della nonna, e sentono dei rumori dalla creatura che prende vita. Inutile rimarcare che questi vengono scambiati, in un primo momento, per lo stomaco di Igor 🙂
Ingredienti – Torta di mele, yoghurt e mandorle – teglia da 22-24 cm
200 g di farina 00 150 g di zucchero semolato 3 uova 2 mele 50 g di farina di mandorle (o mandorle tritate) 70 g di burro 125 g di yogurt bianco dolce 1 bustina di lievito in polvere istantaneo per dolci 3 cucchiai di acqua calda zucchero di canna Per decorare zucchero a velo
Procedimento
Lavate le mele, sbucciatele e tagliatele a fette sottili.
Sciogliete il burro (a bagnomaria o nel forno a microonde) e lasciatelo intiepidire.
In una ciotola montate con le fruste elettriche le uova con i 3 cucchiai di acqua calda per un paio di minuti, dovranno diventare spumose.
Quindi aggiungete lo zucchero e continuate a montare.
Poi unite anche lo yogurt ed il burro fuso intiepidito.
Montate di nuovo.
A questo punto iniziate ad incorporare la farina setacciata insieme al lievito ed alla farina di mandorle.
Mescolate bene, aiutandovi con un cucchiaio.
Imburrate ed infarinate una tortiera del diametro di 22/24 cm, oppure utilizzate della carta forno.
Versate nello stampo metà composto e mettetevi sopra metà delle mele tagliate (potete disporle come preferite).
Ricoprite con il resto dell’impasto.
Infine completate con le restanti fette di mela.
Cuocete la torta di mele in forno statico preriscaldato a 180° per 40 minuti.
Prima di sfornae la torta, verificatene l’effettiva cottura (prova dello stecchino).
Sfornate la torta di mele yogurt e mandorle e lasciatela raffreddare completamente, prima di spolverizzarla con dello zucchero a velo.
New York, anni ’30.
Il giovane medico e celebre professore universitario Frederick Frankenstein, nipote del famoso dottor Victor von Frankenstein, ha modificato la pronuncia del proprio cognome in Frankenstin per distinguersi dal nonno, del quale rigetta le teorie mediche considerandole assurde.
Al termine di una lezione di neurologia all’università dove insegna, nella quale ribadisce l’impossibilità di ricostruire parti del sistema nervoso umano, riceve una visita da parte di un notaio, Herr Rosenthal, che gli comunica che il defunto barone gli ha lasciato un castello in Transilvania.
Nonostante un forte scetticismo e il disprezzo per gli esperimenti del nonno, Frederick va in Romania, dove incontra l’imprevedibile aiutante gobbo Igor, nipote del vecchio assistente del nonno, che insiste nell’essere chiamato con la pronuncia “Aigor” (facendo il verso a Frankenstin), la procace assistente Inga e la sinistra e misteriosa Frau Blücher, nominando la quale si fa sempre nitrire di spavento i cavalli del castello.
La Blücher, un tempo amante e assistente del Barone, tramite un sotterfugio, fa ritrovare a Frederick gli appunti del nonno: leggendoli, egli si ricrede sulle proprie idee e comincia a pensare a propria volta di dare vita a una creatura.
…
Ed ora, se non lo aveste mai visto, vi consiglio vivamente di cercarlo per una ottima e divertente serata.
Magari accompagnandovi proprio con una fettina di torta di mele… della Nonna.
Un po’ qua … und ein bisschen dort