“Nuvola Pinsa”… farcita a casa

Da qualche mese qui in Germania i supermercati “traboccano” di pinsa.

Secoli fa avevo anche tentato di prepararla a casa, con Vera naturalmente, e della farina di riso ma, onestamente, il mio risultato e’ stato talmente terribile che mi sono imposta di non pubblicarlo neppure.

Pinsa romana

Ma…. cosa e’ la Pinsa?

Ho trovato questo interessante sito che la descrive come..

“Pinsere” in latino significa “schiacciare”.

Ed è esattamente quello che succedeva nella famiglia Di Marco quando il nonno di Corrado, con l’ultimo pezzo di impasto rimasto, faceva delle pagnottine e le schiacciava a focaccia, da qui la forma ovale, per provare l’efficacia di cottura del grande forno che si trovava in cucina.
Partendo da queste suggestioni, Corrado Di Marco ha inventato la Pinsa Romana creando il mix di farine ideale (farina di frumento e soia alle quali si uniscono la farina di riso e Pasta Madre) per realizzare un prodotto dall’altissima digeribilità.

 

fornendo ulteriori informazioni, oltre alla ricetta se volete provarla a fare a casa (utilizzando il lievito di birra)

Dato che Vera e’ “ritornata in letargo”, ho acquistato delle basi di pinsa semplicemente da farcire ed infornare a casa.

Pinsa romana
Pinsa romana

Facile, vero?

Sulle istruzioni si parla di cuocere almeno a 250gradi per 5 minuti, noi abbiamo selezionato il forno a 280gradi lasciandola qualche minuto in piu’, giusto per renderla maggiormente croccante fuori e morbida dentro.
Cosi’ come deve essere.

Devo ammettere che e’ risultata decisamente soffice e leggera, tanto che anche Tobias ha mangiato la crosta.

Vi posto solamente la mia pezzatura.. vista l’indecisione la ho divisa idealmente a meta’, cosi’ da averne una “semplice” con pomodorini e basilico fresco ed una parte con prosciutto cotto, olive e sardine sott’olio.

Goduria assoluta!

Sicuramente e’ un’esperienza da ripetere altre volte, magari variando anche la copertura con qualche particolarita’

Il produttore per questo prodotto, acquistato qui a Patatolandia, e’ comunque italiano, e si tratta di DiMarco

Un po’ qua … und ein bisschen dort

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