Non solamente film e serie televisive.
Spesso mi invaghisco anche di cartoni animati.
Oltre alla grande generazione di animazione americana, non scordiamoci i capolavori giapponesi.
In “Laputa – Castello nel cielo (天空の城ラピュタ?, Tenkū no shiro Rapyuta)” troviamo la favola piu’ avventurosa di Miyazaki, alla ricerca di una città nel cielo dove tutto può accadere, la prima opera sfornata dallo Studio Ghibli.
Il titolo del film è un esplicito riferimento all’isola immaginaria Laputa, descritta nel romanzo “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift.
Il film fu prodotto tra il giugno 1985 e il luglio 1986, e uscito nelle sale il 2 agosto dello stesso anno.
Il film non tradì le aspettative né dei fan né dello stesso Studio Ghibli, che si apprestava a diventare uno dei più rinomati studi di animazione del mondo. Lo stesso Miyazaki era scettico riguardo alla sopravvivenza del neonato Studio Ghibli, ma Laputa resistette e superò qualsiasi dubbio, venendo premiato in Giappone come miglior film d’animazione del 1986.
Il regista si occupò del design di ogni parte del film, dai mezzi volanti di Dola ai robot dell’isola di Laputa, curando personalmente ogni particolare e riprendendo molti dei temi e dei paesaggi già trattati nei precedenti “Nausicaä della Valle del vento” e “Conan il ragazzo del futuro”, quali l’ecologismo, l’antimilitarismo, l’avversione per la sete di potere umana e la fiducia, malgrado tutto, in sentimenti come l’amore e l’amicizia.


Vedendo queste scene… non mi e’ restato che replicare in questo modo.
Come potete immaginare, non e’ necessario inserire la ricetta, giusto?
La giovane Sheeta è tenuta prigioniera dal cinico colonnello Muska a bordo di una aeronave diretta verso la fortezza Tedis.
Durante il volo, in una notte rischiarata dalla luna, l’aeronave viene attaccata da una banda di pirati guidata dall’intrepida Dola, che vuole impossessarsi del ciondolo che la ragazzina porta al collo.
Questo ha un valore inestimabile: permette di vincere la forza di gravità e localizzare la leggendaria isola fluttuante di Laputa, dove – si racconta – sono custoditi immensi tesori e un potere inimmaginabile.
Sheeta riesce però a fuggire, finendo tra le braccia di un giovane minatore di nome Pazu che, da quel momento, decide di proteggerla unendosi a lei nella ricerca dell’isola e dei suoi misteri.
Un po’ qua … und ein bisschen dort