Rieccomi nuovamente con un inverso salto temporale, ancora una volta sono qui in Ecuador.
Diciamo che in famiglia non e’ stata ben presa la mia preparazione per l’Ecuador, in quanto avevo tagliato solamente delle patate invece di dover cucinare qualche cosa.
Cosi’ ripresento questa nazione con le Empanadas.
Dovrebbero essere fritte, come quelle di Carmen, ma proprio non riesco (e non mi piace proprio friggere, anche se il cibo ottenuto in questo modo lo divorerei), cosi’ mi appresto a cuocerle al forno.
Le empanadas non sono altro che dei fagottini di pasta ripieni di verdure e/o carne, tipici dell’Argentina e del Cile, delle Filippine e dell’America Latina.
Tradizionalmente venivano servite alle jaranas criollas, ovvero alle feste creole, agli incontri musicali in accompagnamento alla tradizionale grigliata di carne, l’asado.
Si ritiene che la ricetta provenga dagli spagnoli che, a loro volta, l’appresero dai popoli arabi del bacino del Mediterraneo, dove l’abitudine di presentare carne finemente tagliata dentro un fagotto di pane è diffusissima e dà luogo a ricette quali il kebab o il gyros pita.
Le empanadas nella loro versione più nota sono di carne di manzo, ma esistono anche molte varianti con carne di gallina, di pollo, di maiale, lepre o gamberi, come in Patagonia.
Queste varianti si cucinano in diverse nazioni e in paesi come il Venezuela, l’Ecuador, il Perù e la Colombia vengono considerate piatto nazionale.
In rete si possono trovate molte ricette per l’impasto delle empanades, con o senza uova, ne ho trovato uno anche con la vodka, con o senza lievito di birra e/o normale per torte.
Insomma, non si sa bene quale utilizzare.
Alla fine, per la preparazione dell’involucro, ho deciso di seguire la versione piu’ semplice almeno per me, con meno ingredienti e meno complicata.
Ingredienti – 10/15 empanadas (dipende molto dalla dimensione che diamo!)
250 g. farina 125 ml. acqua tiepida 20 g. strutto/burro 5 g. sale 1 uovo per spennellare
Procedimento
In una ciotola capiente versate la farina con lo strutto/burro e aggiungete l’acqua, dove in precedenza avete sciolto il sale.
Impastate a mano (o con un food processor) per circa dieci minuti, fino ad ottenere un impasto omogeneo e lisco.
Copritelo con la pellicola per alimenti e lasciatelo risposare in frigorifero per circa 30 minuti.
Prendete il panetto e stendete la pasta in una sfoglia sottile di circa 2 mm.
Con un coppa pasta del diametro di 12 cm. tagliate la sfoglia in 12 dischetti.
Per farcire, vi consiglio di mettete nella mano sinistra un dischetto formando una coppetta e inumidite i bordi, con un goccio di acqua, per poter chiudere bene, sigillando al termine le empanadas.
(A casa ho trovato l’aggeggino per fare i ravioli ripieni, ed ho cosi’ provato ad usarlo. Ho inoltre provato a chiudere con i rebbi della forchetta o tentare un cordoncino.)
Riempite ogni dischetto con un cucchiaio di ripieno, e chiudete l’empanadas sigillando bene il bordo intorno al ripieno, (non deve restare aria), formando un cordoncino (il repulgue), oppure semplicemente con i rebbi della forchetta.
Spennellate la superficie con l’uovo preventivamente sbattuto leggermente e cuocete in forno a 180° statico per circa 15/20 minuti.
Sfornate e servite calde.
Note Personali
- Non avendo strutto in casa, l’ho sostituito con la stessa quantita’ di burro.
- Se non avete il coppapasta di quella dimensione, potete utilizzate un bicchiere grande oppure una ciotola capovolta
- Cercate di non inserire un ripieno troppo liquido, potrebbe sgocciolare fuori all’empanada
- Non ho sbattuto l’uovo per la spennallatura, ma ho passato leggermente con olio. Forse e’ per questo motivo che sono risultate un po’ “anemiche”.
A casa le abbiamo preparate con la carnitas/pulled pork avanzata nascosta ieri, nel nostro pranzo messicano.
Ho aggiunto una cipolla tagliuzzata e stufata in qualche cucchiaio di sugo avanzato, cosi’ da ammorbidirla ed insaporire ulteriormente la carne.
Naturalmente le potete riempire come meglio preferite, con formaggio, pesce o quello che piu’ vi aggrada.
Disfruta tu comida
Un po’ qua … und ein bischen dort