“Il cacciatore di aquiloni” è un meraviglioso romanzo, scritto dallo scrittore afghano-americano Khaled Hosseini, pubblicato nel 2003.
Racconta la storia di Amir, un ragazzino di Kabul, ambientata in mezzo ai tumultuosi eventi dell’Afghanistan, dalla caduta della monarchia, all’invasione sovietica del 1979, all’esodo di profughi in Pakistan e USA, all’ascesa del furioso regime integralista Taliban.

Leggendolo mi sono ricordata del percorso che avevo fatto dal Pakistan alla Cina, sulla Karakorum Highway – oramai nel secolo scorso – con una brevissima sosta (notte) in Afganistan.
Di tutti i posti di blocco nei quali ci siamo dovuti fermare, dove abbiamo apposto la firma, nelle casette piu’ sperdute vicino a queste insormontabili montagne.
Dopo aver letto il libro, ho provato a vedere il film, decisamente non fedele allo scritto, ma dove ho rivisto parte dei luoghi conosciuti.
Sicuramente questa zuppa di lenticchie, non e’ minimamente paragonabile alla magica zuppa assaporata nell Valle di Hunza, di cui ho ancora un piacevole ricordo.
I temi della colpa e della redenzione erompono dalle sue pagine, quando un episodio di violenza carnale, che vede vittima Hassan, l’amico di Amir, porrà termine alla loro amicizia.
I tentativi di espiazione, per l’atto di aver abbandonato l’altro nel momento del bisogno, condurranno Amir al tentativo di salvare il figlio di Hassan, vent’anni più tardi.
Un po’ qua … und ein bisschen dort