Stephan non e’ a casa per pranzo, e lo stesso dicasi di Tobias.
Ho dunque pensato di prepararMI qualcosa da mangiare che, solitamente (e con orrore nel LORO volto) non mangerebbero mai.
In un primo momento avevo pensato a dei funghi… poi ho optato per questo fegato di vitello.
Lo ho cosi’ collegato al film “Pane e tulipani”.
Pane e tulipani è un film del 2000 diretto da Silvio Soldini, vincitore di numerosi riconoscimenti.
Ecco alcune delle frasi piu’ belle (a mio giudizio)
Fermo : Le cose belle sono lente.
Inoltre
[All’indomani della partenza di Rosalba per Pescara]
Eliseo: Nonno, cos’è che ti consuma?
Fernando: Nulla, Eliseo, nulla.
Eliseo: So che le tue parole mi suoneranno oscure, ma un giorno capirò. Me l’hai detto tante volte.
Fernando: Ciò che mi consuma è la mia stoltezza… Ancora una volta la felicità ha battuto invano alla mia porta.
Eliseo: E tu non hai aperto?
Fernando: Sono stato sordo. E ora languo.
Ingredienti – Fegato alla veneziana – 1 persona
130gr di fegato di maiale o di vitello 130gr di cipolle bianche 20gr di burro 1 cucchiaio di succo di limone 1 cucchiaio di prezzemolo tritato sale
Procedimento
Lavate il fegato, tagliatelo a striscioline.
In una padella lasciate fondere 10 grammi di burro, insaporitevi le cipolle tagliate a listarelle sottili e cuocetele 5 minuti mescolando di tanto in tanto.
Quindi aggiungete un goccio d’acqua e poi cuocete per 15 minuti o fino a quando le cipolle sono diventate decisamente morbide e il liquido del tutto assorbito.
In un’altra padella, a fuoco alto, lasciate fondere il restante burro, adagiatevi il fegato, non salate, cuocete per 5-6 minuti.
La mancanza di sale durante la cottura, che dev’essere breve, mantiene il fegato molto morbido.
Aggiungete le cipolle al fegato, mescolate per uniformare la temperatura, salate, riscaldate brevemente, spruzzate il succo di limone, cospargete con il prezzemolo e servite.
Rosalba è una casalinga pescarese di origini napoletane, madre di due adolescenti e moglie di Mimmo, piuttosto rozzo oltre che infedele.
Assieme alla famiglia e agli amici, partecipa a una squallida gita a Paestum e, durante una sosta del pullman, Rosalba si attarda in un autogrill e viene dimenticata sul posto.
Decide di tornare a casa con un passaggio in auto, ma il viaggio le dà l’occasione per una fuga improvvisata verso Venezia, citta’ che non ha mai visitato.
Lontano da casa, la vita di Rosalba ritrova una dimensione nuova e la donna riscopre interessi, spazi, rapporti che sembrava avere dimenticato.
Trova lavoro, si rende indipendente, fa nuove amicizie e rispolvera vecchie capacita’ personali.
Il titolo del film “Pane e tulipani” deriva dal fatto che ogni mattina Fernando lascia a Rosalba la colazione (tra cui emerge in primo piano un’abbondante fetta di pane) e lei ogni sera gli porta un mazzo di fiori dal negozio, e gli ultimi che porta prima di tornare a Pescara sono proprio tulipani.
I tulipani del titolo fanno riferimento a una frase detta da Fermo, in cui spiega che tutti pensano che questi fiori provengano dall’Olanda, mentre sono persiani.
Da qui il paragone con la protagonista, che appare a tutti in un modo, mentre la sua vera essenza è totalmente opposta e viene riscoperta solo dalle persone che veramente si interessano a lei.
Un po’ qua … und ein bisschen dort