Come avrei potuto mangiare il mio Wat etiope senza la preparazione dell’injera???
L’ Injera / Enjera è il piatto base della cucina etiope ed eritrea e viene preparata con la farina di teff, un cereale originario degli altopiani etiopici (il cereale più piccolo al mondo, considerato anche un super cereale per le sue elevate proprietà nutritive.).
Injera è una focaccia etiope spugnosa e parte integrante della vita della gente del posto.
L’ Injera è così popolare che le persone si salutano chiedendosi “Hai mangiato injera oggi?”, E se la risposta è positiva, questo assicura all’altra persona che va tutto bene.
Questa focaccia viene servita a colazione, pranzo e cena e condividerla quando i tempi sono duri ha tenuto in vita molti etiopi, spesso mangiato come parte di un gruppo che condivide una ciotola comune e cesto di injera.
Il suo sapore è aspro e abbastanza simile al pane a lievitazione naturale e viene mangiata senza utensili, invece viene spezzata e usata per raccogliere dell’altro stufato dal piatto comune condiviso.
A causa delle sacche d’aria nel pane, può assorbire molta salsa dagli stufati.
Diciamo che la preparazione di questo piatto, seguendo la ricetta tradizionale, e’ abbastanza difficile e complicato farlo a casa…
Cosi’ ho seguito la ricetta proposta dal libro “So Kocht Afrika” di Doreh
Ingredienti – Injera – per 6-8 persone
200gr di farina 50gr di farina di grano saraceno 1/2 cucchiaino di sale 1 cucchiaio di lievito in polvere (per dolci) 250ml di soda (*) 1 uovo mescolato 2 cucchiai di burro
Procedimento
In una grossa ciotola mischiate la farina, la farina di grano saraceno, il sale ed il lievito in polvere.
Unite l’uovo pre-mescolato e la soda, mescolando con un cucchiaio di legno.
Inserite i cucchiaio di burro in una padella rivestita, aspettate fino a quando inizia a schiumare.
Inserite nella padella circa 2 cucchiai di impasto e cuocete, da entrambe le parti, per circa 2 minuti (o fino a quando diventa dorata).
Facendo attenzione, rimuovete l’injera cotta dalla padella, posizionandola su un piatto piano, nel frattempo che cuocete il restante impasto.
Fate raffreddare prima di servire.
Note Personali
- Per la “soda” ho deciso di utilizzare dell’acqua gasata
- Ero certissima di avere ancora farina di grano saraceno, ma mi sono sbagliata. La ho sostituita con farina di ceci.
- Sicuramente non e’ come la ricetta originale, diciamo che il risultato e’ stato molto piu’ simile ad una crepes/crespella.
Per la preparazione tradizionale, a grandi linee…:
Con farina e acqua si ottiene un impasto cremoso che viene lasciato fermentare per 24 ore; per la cottura viene versato e spalmato su larghe piastre scaldate, come fosse una “frittella”, chiuse da un coperchio (quelle tradizionali si chiamano mogogo), in modo che il calore sia più forte sul lato inferiore a contatto con la piastra e più diffuso sul lato superiore.
In pochi minuti di cottura si ottiene una larga crêpe spugnosa di colore grigiastro, con numerose bollicine e un sapore leggermente acidulo, dovuti alla fermentazione.
Una volta raffreddato, viene abbinato al piatto principale, solitamente un sostanzioso spezzatino.
bemigibu tedeseti
Un po’ qua … und ein bisschen dort