L’altro giorno, al supermercato, sono rimasta sbalordita nel vedere una bottiglietta di acqua aromatizzata ai frutti selvatici, con un grosso cleim per puntualizzare la sua “veganita'”.
Non ho nulla contro chi non fa uso di prodotti animali, ma, onestamente, questo “slogan” mi ha fatto molto pensare… fino a che punto le societa’ di produzione (leggi marketing) tentino di invogliare i consumatori, tentando di dissuaderli dal pensare al bene animale (“nessun animale e’ stato ucciso per produrre questo colore”).
In questo particolare caso, si vedeva una bevanda della Schweppes abbastanza incolore, rosina, smunta, pallida non certo con dei colori brillanti quanto avrebbe dovuto (naturalmente) o potuto. Un po’ come un “bitter”, avrei immaginato.
Il motivo?
Semplice, bastava leggere le etichette.
Nella fattispecie, oltre agli aromi (artificiali chiaramente), gli unici coloranti naturali (??), di sicuro concentrati, presenti erano dati dalla carota e dall’ibisco.
Niente a che vedere con il rosso acceso prodotto utilizzando la cocciniglia (insetto, quindi animale) e, di conseguenza, non utilizzabile in regime vegan.
Ora mi domando, perche’ tutto questo?
I frutti selvaggi non sono abbastanza coloranti per loro natura?
Probabilmente i vegani (e non solo) non leggono le etichette?
Un po’ qua … und ein bisschen dort