Barbara sta lentamente svuotando casa. Indirettamente, perche’ non se ne accorge.
Ha iniziato con le piante, dandomele con la scusa che “non ha tempo” di bagnarle.
mmmhhh…. per una persona che ha passato la 80ina, il “non avere tempo” mi sembra molto strano.
Ad ogni modo ho aperto il mio giardino ai nuovi arrivi 🙂
E’ stata la volta del suo ibisco, che aveva fatto fiori meravigliosi durante tutto lo scorso inverno. Un vero carro armato, un fiore dopo l’altro.
Ma da me e’ morto, inesorabilmente.
Non aveva piu’ radici.
L’ho estirpato e mi e’ restato il vaso vuoto (non ho ancora idea di come lo riempiro’, ma lo faro’ sicuramente).
Ed oggi… questa pianta… Flieder.
Cercando in giro, dato che non ne conoscevo il nome in italiano, ho recuperato che si tratta di una “Buddleia” alternifolia (??).
La buddleia e’ una pianta legnosa che puo’ arrivare a 4mt di altezza, formando cespugni provvisti di steli piu’ o meno verticali, di tonalita’ grigiastra.
Queste piante costituiscono una famiglia di circa cento arbusti, sia sempreverdi che decidui, originari dell’Asia e del sud Africa, ma diffusi anche in Europa (dal 1865) e nel continente Americano, a scopo decorativo.
Fino ad una decina di anni fa non erano cosi’ popolari.
Oramai questi vegetali sono divenuti molto invasivi, soprattutto lungo il corso dei fiumi, togliendo spazio a essenze autoctone. In alcune regioni si tratta di un vero allarme e si sta pensando seriamente di limitarne la vendita e la messa a dimora.
Per arginare i possibili danni è di estrema importanza monitorare le piante e tenerle sempre pulite eliminando il prima possibile le pannocchie florali esauste, assolutamente prima che vadano a seme.
Le foglie, lanceolate, semplici o composte, presentano in colore argentato e aspetto vellutato.
Sono piante abbastanza resistenti, richiedono il sole diretto e irrigazioni moderate.
Nel mio caso non ho idea di quale specie si tratti.
Spero con ansia che si riprenda e che rifiorisca al piu’ presto, dato che emana un piacevolissimo profumo, un mix tra miele e vaniglia, ed i suoi fiori attirano gli insetti, soprattutto le farfalle che adorano il nettare dei suoi fiori.
Non per questo e’ conosciuta come “l’albero delle farfalle” (ma anche “lillĂ dell’Estate”)
Nel giardino possiedo un altro “flieder”, un ibrido chiaramente (o una buddleia davidii, idea che mi e’ appena venuta dopo aver visto la sua immagine e descrizione), tagliato lo scorso anno da Tobias nella sua quasi totalita’.
Posso chiaramente affermare che queste piante sono molto robuste e facili da gestire: si sta riprendendo benissimo e producendo nuovi rami e foglie.
Per ora la lascio nel vaso, cosi’ come e dove l’ho trovata.
Essendo un esemplare relativamente piccolo aspettero’ la prossima primavera per decidere se spostarla in terreno o lasciarla ancora dove si trova.
Storia
Prendono il nome dal reverendo Adam Buddle, autore di un importante erbario dell’inizio del XVIII secolo.
La prima a giungere in Europa fu la Buddleia globosa. Inizialmente venne considerata delicata e da crescere in serra, ma presto venne spostata all’esterno visto che sopportava egregiamente anche gli inverni inglesi.
Esposizione
Prediligono le posizioni molto luminose, sia al sole che all’ombra parziale.
Solitamente non temono il freddo, anche se in luoghi con inverni molto rigidi puo’ accadere che la parte aerea si secchi completamente, in primavera rispuntera’ una pianta nuova.
Annaffiature
Adorano il clima secco al clima umido, quindi non necessitano di molta acqua; annaffiare saltuariamente nei mesi caldi.
Attenzione ai ristagni di acqua
Fertilizzante
In autunno e in primavera si consiglia di interrare del concime organico maturo ai piedi della pianta per fornire la giusta quantitĂ di sostanze nutritive; da aprile a ottobre aggiungere del concime per piante da fiore all’acqua delle annaffiature, ogni 15-20 giorni.
Terreno
Qualsiasi terreno da giardino e’ ben sopportato, purche’ sia ricco di materia organica e ben drenato (ottimi i terricci arricchiti con pietra pomice o con medioperlite)
Propagazione
Si moltiplica facilmente sia per seme sia tramite talea.
Un po’ qua … und ein bisschen dort