Come scritto precedentemente, la parola “Spaetzle” non e’ altri che una parola di origine sveva, il cui significato significare “passero”.
Visto che la mia fantasia culinaria sta iniziando a scarseggiare, ho pensato bene di reintrodurre questo delizioso primo piatto – decisamente Patatolese (e non solo!!) anche nel mio progetto “FOODMedia“, puntando al meravigliosi film diretto da Alfred Hitchcock dal titolo “Gli uccelli“.
“Signora Bundy (Ethel Griffies) a Melanie Daniels (Tippi Hedren):
“Gli uccelli non sono aggressivi, signorina. Sono il simbolo della gentilezza.”
dal film Gli uccelli, di Alfred Hitchcock, 1963
Il film fu tratto dall’omonimo racconto di Daphne du Maurier, pubblicato nel 1953, sicuramente datato ma e’ sicuramente uno tra le più celebri opere del regista.
C’è qualcosa di più importante della logica: è l’immaginazione.
Mai frase di Alfred Hitchcock fu piu’ “azzeccata” per questo post 😉
Per la ricetta su come preparare l’impasto degli Spaezle a casa, vi rimando ad alcuni miei post precedenti:
- questa e’ la versione vegana, senza le uova nell’impasto
- questa e’ la versione classica
Comunque vi voglio mostrare alcune delle fasi salienti…
La cottura in acqua degli “uccelli”
E, naturalmente, il risultato finale.
In questo caso si tratta di Kaese-Spaetzle, ossia quei “bottoncini” con condimento classico a base di formaggio emmenthaler e cipolla abbrustolita.
Una delizia, insomma… e non proprio dietetico (purtroppo).
Tra alcune curiosita‘ del film, possiamo ricordare che Ray Berwick, l’addomesticatore degli uccelli, addestrò gabbiani, corvi e cornacchie a colpire, a ritornare ai loro posti, a piombare di nuovo sopra le loro vittime.
L’associazione per la protezione degli animali, Humane Society, era presente sul set per assicurarsi che non venisse fatto del male agli uccelli, che fossero alimentati in modo corretto e che non si abusasse del loro lavoro.
Si utilizzarono inoltre uccelli meccanici, costruiti apposta per le scene in cui recitavano i bambini. Si fece ricorso anche all’animazione.
Un po’ qua … und ein bisschen dort