Primo anno 196

E’ trascorso un anno da quando abbiamo iniziato il nostro tour  “Giro nelle 196 Cucine del Mondo“.

Tutto e’ iniziato cosi’, senza nessuna premeditazione, senza alcun pensiero, giusto per cucinare qualche cosa di diverso, qualche cibo che non avevo mai tentato di preparare.

Il 3 Ottobre e’ la festa Nazionale Tedesca, e l’anno scorso (2019) avevo cucinato lo “Schweinshaxe” ossia lo “stinco di maiale al forno”, giusto per dare un piccolo tocco “patriottico” alla giornata.
Da quel momento in poi abbiamo iniziato un po’ in sordina e lentamente il nostro giro.

La seconda nazione toccata, ancora inconsapevolmente, e’ stata la Francia, quando ho tentato di riproporre a Stephan il delizioso piatto propostoci da MChristine, ossia la sua “Faraona al c/s-idro con mele caramellizzate” cotta in pentola a pressione.
Per me e Tobias era giusto un momento per ritornare alla vacanza appena trascorsa.

Visto il periodo autunnale, ho poi provato a cuocere delle schnitzel, cosi’ siamo arrivati in Austria.

Dato che Tobias stava studiando l’Inghilterra, eccomi con il Cottage Pie e gli scones.

… e via di questo passo.. cercando di trovare la Nazione adatta alla festivita’ quando possibile, piatti estivi e tropicali a base di cocco ed ananas d’estate, mentre portate un po’ piu’ “pesanti” per l’inverno.

E poi?

E poi non e’ piu’ bastata la sola Europa, cosi’ da sorvolare i mari ed approdare anche in altri continenti.
Soprattutto quello africano, grazie ai discorsi tenuti con i miei compagni di corso di tedesco ed al meraviglioso ritrovamento del libro “So kocht Afrika” – di Dorah Sitole  – in biblioteca.

Per Natale mi sono anche auto-regalata una mappa, cosi’ da cancellare le Nazioni “cucinate” ed avere un chiaro esempio di quanto ancora manca.
Forse troppo, ma abbiamo passato veramente molti paesi in questo primo anno di sfida.

Dopo aver passato molto tempo nella ricerca della successiva ricetta Nazionale da provare, soprattutto disperdendomi nei meandri, ho deciso di estrarre a sorte un numero, che poi corrisponde alla Nazione.
In questo modo sono concentrata su quale devo cercare e non svagarmi in tutte contemporaneamente.

Ma non sono l’unica persona cosi’ folle da aver tentato questo viaggio, molte persone prima di me lo hanno compiuto e felicemente concluso.
Chi ha preparato un pranzo completo, con tanto di portata principale, con dolce e  pane , chi ha preparato manicaretti “nazionali” per una settimana, etc..
La loro situazione attuale? Non e’ bastato spendere degli anni in questo modo, perche’ di anni si tratta considerando una Nazione a settimana, molti stanno cucinando nuovamente alcune tappe, altri ancora stanno iniziando nuovi tour (degli stati americani, ad esempio).

Ed io?
Personalmente penso che tentero’ di proseguire con questa prova, dato che molto spesso inizio nuove attivita’ non portandone a termine quasi nessuna: una sfida per me, dunque, ed una prova di forza di volonta’.
Comunque vorrei limitarmi a preparare questa tipologia di cibo solamente una volta a settimana, piu’ spesso e’ veramente deleterio per il mio tempo. Non voglio, infatti, spiare e copiare le ricette dei miei predecessori, ma devo cercare io cosa preparare, considerando anche i gusto dei componenti della famiglia e le loro “limitazioni” in materia di cibo. Ed io tutto, inutile dirlo, non dai siti tradizionali italiani, bensi’ locali.

Cosa mi/ci ha insegnato tutto questo sino ad ora?
La cultura del cibo e’ ovunque.
I prodotti locali vengono privilegiati rispetto alle importazioni e, dove non si trovano (almeno per me che tento la riproduzione dei piatti) da largo spazio alla fantasia.
Fantasia che si trasforma anche nella preparazione vera e propria, non sapendo neppure bene quale presentazione possa avere il piatto terminato, o come si tagliano determinati prodotti. Molti dei quali non sono mai entrati nella mia cucina.

Non mi resta che guardare con ansia le prossime nazioni.. ed estrarre il prossimo numero a caso.
E se voi avete intenzione di vedere le mie ricette, non vi  resta che andare nella Tab “196 Nazioni” e fare la vostra scelta.

Un po’ qua … und ein bisschen dort

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