La Tanzania (AFI: /tanʣaˈnia/ o /tanˈʣanja/), formalmente Repubblica Unita di Tanzania (in swahili Jamhuri ya Muungano wa Tanzania; in inglese United Republic of Tanzania) è uno Stato dell’Africa orientale.
E’ bagnata dall’Oceano Indiano.
Dar es Salaam è la città più grande ed è stata la capitale fino agli anni settanta. Il trasferimento delle funzioni amministrative nella nuova capitale designata Dodoma, posta nel centro della Tanzania, non è stato ancora completato.
Zanzibar è una regione semi-autonoma della Tanzania, geograficamente corrispondente all’arcipelago omonimo, composto da due isole principali, Unguja e Pemba, e numerose isole minori.
Lo Zanzibar e la parte continentale della Tanzania (allora Tanganica) si unirono solo nel 1964, poco tempo dopo la rivoluzione di Zanzibar; in precedenza, lo Zanzibar era un soggetto politico distinto: prima un sultanato, poi un protettorato britannico e infine, brevemente, una monarchia costituzionale.
Il nome Zanzibar (زنگبار) deriva molto probabilmente dal persiano zanj, con cui i persiani indicavano i neri; zang-i bar significherebbe “Terra dei neri”.
Viene talvolta proposta un’altra etimologia, dall’arabo zanjabīl, che significa “zenzero”, una delle spezie commerciate dallo Zanzibar, ma si tratta probabilmente di una paraetimologia fondata sulla sola base dell’assonanza.
Lo Zanzibar è noto per molti motivi. A causa dell’influenza congiunta delle culture arabe, persiane e bantu, e della frenetica attività commerciale che ha legato lo Zanzibar al Medio Oriente e persino all’India e alla Cina, l’arcipelago è uno dei luoghi più rappresentativi della cultura swahili, la cui lingua fu a lungo quella predominante negli scambi commerciali fra Asia e Africa, e quella che tuttora svolge il ruolo di lingua franca in gran parte dell’Africa orientale.
Il centro storico della capitale di Zanzibar, Stone Town, ricco di testimonianze architettoniche e storiche della cultura swahili, è stato dichiarato patrimonio dell’umanità UNESCO.
Zanzibar fu anche un luogo centrale del commercio di schiavi a est dell’Africa, nonché della via delle spezie, e ancora oggi una parte significativa della sua economia si basa sulla produzione di chiodi di garofano, noce moscata, cannella, pepe e zenzero.
Negli ultimi decenni il settore turistico, che sfrutta il patrimonio naturale, paesaggistico e culturale dell’isola, ha conosciuto un continuo e rapido sviluppo.
La Tanzania è un mix di culture diverse e la sua cucina ne è la riprova.
Mangiando spesso pollo (in tutte le sue forme e salse) ho pensato di focalizzare la ricerca di una ricetta relativa alla regione dello Zanzibar.
Per la mancanza di materia prima (causa coronavirus) ho ripiegato ancora una volta.. sul pollo in salsa di mango.
La ricetta?
Inutile dire da dove l’abbia presa… “So kocht Afrika” – Dorah Sitole
Ingredienti per il Pollo in salsa di mango – x4 persone
1 pollo (circa 1 kg) 2 spicchi di aglio schiacciati 1 cipolla tritata 1/2 cucchiaino di cannella 1 cucchiaino di pepe nero 250ml di latte di cocco 2 mango tagliati a fette 750ml di acqua sale q.b. Salsa 250ml di latte di cocco 3 cucchiai di olio 250gr di patate, cotte e schiacciate sale e pepe q.b. 2 cucchiaini di curcuma Guarnitura foglie di coriandolo 1 chili verde tagliato ad anelli 1 pomodori spelato e taglizzato
Procedimento
Fate cuocere il pollo insieme all’aglio, la cipolla, la cannella, il pepe nero, il latte di cocco ed i 2 manghi in acqua salata, fino a cottura.
Quando il pollo e’ cotto, rimuovete il mango dato che servira’ per la salsa.
Per la salsa
Fate scaldare il latte di cocco insieme all’olio.
Aggiungete i manghi ed il pure’ di patate.
Speziate con il sale, il pepe e la curcuma.
Fate ritirare il composto, cosi’ che la salsa risulti un po’ solida.
Tagliate il pollo in porzioni e posizionatele sul piatto di servizio.
Coprite con la salsa, le foglie di coriandolo.
Guarnite con il pomodoro a pezzetti e gli anelli di chili.
Note Personali
– il pollo utilizzato era gia’ a pezzi. In casa prediligiamo le cosce e le sovracosce 🙂
– ho inserito 500ml di acqua invece di 750ml
– 400ml di latte di cocco, praticamente una lattina, diviso ad occhio nei due composti
– niente foglie di coriandolo, ma coriandolo surgelato
– niente chili tagliato, non mi piace e comunque si puo’ aggiungere in seguito.
Tra i piatti tipici possiamo trovare:
- Ugali = una sorta di polenta di mais bianca che in genere viene servita con condimenti vari a base di carne, pesce o verdure.
Ci sono varianti per quanto riguarda il tipo di farina utilizzata: nella maggior parte dei casi si tratta di farina di mais, a volte si può preparare con miglio, sorgo o manioca.
Una cosa importante che dovete sapere è che l’ugali si mangia tipicamente con le mani, una pratica che, comprensibilmente, molte persone non approvano. - Pilau= consiste in una portata di riso speziato con verdure e carne di manzo o pollo. Profumato di zenzero, cannella, cumino, cardamomo, chiodi di garofano e latte di cocco
- BBQ = il barbeque può essere di pollo, in questo caso viene chiamato “Kuku choma”, oppure di manzo “Nyama choma”.
La Tanzania non ha molti dolci nella sua storia gastronomica, proprio per il fatto che questo stato africano può offrire una vasta selezione di frutta e verdure coltivate con i metodi tradizionali: mango, banane, ananas, anona, guaiava, frutto dell’albero del pane, frutto della passione, riso.
Tra le bevande spicca il konyagi (una bevanda alcolica)
furahiya chakula chako
Un po’ qua … und ein bisschen dort