Anthurium andreanum

Anni fa, la zia Carmen mi aveva regalato un “Anthurium“, chiamato affettuosamente “Antonio”.

E’ cresciuto indisturbato in Paradiso per molti anni, posizionato anche contro la finestra, cosi’ che le foglie – al contatto del vetro – sono ingiallite e poi sono state sacrificate e tagliate.

Nonostante tutto, e’ riusciuto a sopravvivere fino ad ora, considerando la scarsa manutenzione attribuitagli e la sua crescita senza nessun tipo di stabilita’.

E’ rimasto in vita relativamente bene fino al mese scorso, giornata in cui ho deciso di cambiargli  vaso e, di conseguenza, tentare anche di attribuirgli una parvenza di stabilita’.

Anthurium andreanum, detto “Antonio” – con il vecchio vaso

Come potete vedere dalla prima foto, il vaso era diventato decisamente piccolo e stretto.

Il peso della pianta lo sbilanciava in avanti con tutte le problematiche relative.
Nonostante i fiori presenti, ho preso in mano la situazione, portandolo ad una piu’ consona situazione di normalita’:

Anthurium andreanum, detto “Antonio”

Qui potete vedere l’Anthurium dopo il “trattamento”, in un nuovo vaso.

Anthurium andreanum, detto “Antonio”

Spero fortemente di non aver causato piu’ danni del voluto…

Ora non mi resta che aspettare e vedere cosa succedera’ in fututo, dato che ho tentato anche di affossare, per quanto possibile, gran parte delle radici.
Premetto che, prima del lavoro, avevo intravisto alla base della pianta un nuovo e piccolo fusto con 2 foglioline… speriamo 🙂

Inutile dire che ho effettuato ricerce (vedi sotto) post-travaso…

Terriccio utilizzato per il rinvaso (a meta’ giugno 2019):
nel mio caso la terra utilizzata e’ quella che avevo acquistato, per sbaglio (ma comunque consigliata da diversi rivenditori) quale “terra per orchidee.
NON ho effettuato nessun mix con altro terriccio.

Aggiornamento al 14 Aprile 2022

Anche questa pianta ha deciso di cresce, abbastanza, in altezza. Tanto che ho dovuto sostenerla in qualche modo.

Anthurium andreanum

Ho quindi deciso di tagliare gli esili fusti per vedere si, in qualche modo, radicano e creare altre piante.
Ma, soprattutto, per dare piu’ vigore alla pianta stessa che sta crescendo alla base.

Anthurium andreanum

Essendo i fusti relativamente lunghi, li ho ridivisi in ulteriormente.
Al momento ho messo le parti tagliate in acqua, sperando in una radificazione. La parte tagliata rimasta, e’ stata disinfettata con della cannella.


Ecco qualche informazione relativa all’ ANTHURIUM, presa da qui


L’anthurium è una pianta erbacea proveniente dalle foreste pluviali del Centro e Sud America. Appartiene alla famiglia delle Araceae.
Il genere anthurium comprende più di 500 specie che possono essere sia epifite sia terrestri.
Alle nostre latitudini vengono considerate per lo più piante d’appartamento o da serra calda e sono molto coltivate per l’eleganza delle spate e delle foglie. Nelle foreste dell’America tropicale esistono decine di specie di anthurium, tra queste l’anthurium andreanum è quello che viene coltivato anche in vivaio, come pianta da appartamento.
In vivaio esistono numerosi ibridi e cultivar, con infiorescenze di color rosa, bianco, lilla, arancio.
Negli ultimi anni in vivaio si possono trovare anche gli anthurium della specie scherzerianum, con particolare spadice a spirale.

Gli anthurium vengono anche molto utilizzati come fiori recisi, poiché l’infiorescenza dura a lungo una volta tagliata dalla pianta.

Periodicamente è consigliabile asportare i fiori appassiti ma anche il fogliame rovinato.

In natura vivono nelle foreste pluviali, all’ombra dei grandi alberi, al riparo tra i rami; quelli che comunemente vengono detti fiori in realtà sono grandi infiorescenze, simili a quelle delle calle, costituite da una foglia modificata in una brattea cuoriforme, detta spata, grande, lucida e leggermente coriacea, avvolta attorno ad uno spadice, un cilindro su cui sbocciano i piccoli fiori bianchi o giallastri.
L’insieme da origine ad un’infiorescenza molto appariscente; ogni pianta può produrre più infiorescenze, per tutto l’arco dell’anno.

E’ anche una tra le specie listate in uno studio della NASA, in quanto riesce a rimuovere dall’aria la formaldeide, l’ammoniaca, lo xylene ed altro ancora.

Fate comunque attenzione a non ingerire le foglie, a causa della loro tossicita’.
Un po’ qua … und ein bisschen dort
Print Friendly, PDF & Email

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *