Compiti a casa

Ho letto che, in Italia, alcuni genitori si sono lamentati per i troppi compiti dati da fare ai loro ragazzi.

Fare un paragone con quanto succede da noi e’ difficile, ci sono diversi punti che bisogna tenere presente (se ne avete altri, aggiungete pure, un confronto fa sempre bene):

1. sono d’accordo sul far fare i compiti se questi VENGONO corretti.
Ricordo che alle elementari dovevo compilare  libri e libri di compiti delle vacanze che, immancabilmente, non venivano mai corretti, richiesti o riguardati dalla maestra.
A questo punto, a cosa mi sono serviti?

2. Come devono essere controllati i compiti?
Basta la lettura degli stessi in classe?
O meglio la supervisione dell’insegnante?
Anche qui, ho chiesto a Tobias come fanno loro: uno alla lavagna li legge, la maestra corregge a voce alta l’eventuale sbaglio.
TUTTI controllano il proprio lavoro e correggono.

“In quanti alzano la mano per dire che hanno sbagliato?” praticamente nessuno.
“In quanti alzano la mano per dire che non hanno capito?” praticamente nessuno.
A cosa serve, allora, controllare se non si chiede maggiore spiegazione?
Si, lo so, chiedere davanti a tutta la classe  e’ brutto e ti mette in imbarazzo, ma cio’ non toglie il fatto che la maestra procede nel suo programma (non avendo ricevuto feedback) e le lacune restano.

3. la quantita’ non si calcola in base al tempo usato.
Mio figlio, a volte, impiega delle ore solo per fare 2 righe di scritto.
Si guarda in giro, si distrae, fa di tutto per non essere concentrato.
Se si “impegnasse per almeno 30 minuti”, allora non impiegherebbe di certo tutto quel tempo…

4. I compiti vanno fatti dai ragazzi, anche se “rubano” il tempo libero.
Ma ne siamo cosi’ sicuri?
E’ vero che abbiano tutto questo “tempo libero”?
Certo che correre da una parte all’altra per partecipare alle innumerevoli attivita’ pomeridiane – con o senza compiti – toglie sicuramente del tempo.
Ma anche il gioco del ragazzino.
Tutte le attivita’ extra-scolastiche sono indispensabili?
Certo, dello sport fa bene, ma a livello di “gioco”, non agonistico.
E, in fin dei conti, siamo proprio certi che i ragazzini vogliano partecipare a tutte queste attivita’?
O sono forse i genitori che spingono, magari un po’ troppo?
Di sicuro i figli lo fanno per compiacere al genitore, anche se non sanno a che pro.

5. Ma tutto il tempo speso per colorare, servira’ a qualche cosa?
Di certo i “Giotto” sono veramente pochi, il colorare puo’ essere visto come il distendere i nervi, il fare il proprio dovere ma non in modo pedante, l’enorme tempo sprecato per niente…

6. e’ giusto che il genitore aiuti durante i compiti, o che si sostituisca direttamente al ragazzino?
Per quanto riguarda l’aiuto, ci sono anche qui dei limiti.
Soprattutto se i metodi di insegnamento sono ben diversi da quanto appresi “secoli fa”…
Per la sostituzione? A che pro?

Come potete vedere, nonostante la maestra di Tobias gli dica di “uscire a giocare” come compito, personalmente non ne sono molto convinta..

Staremo a vedere in seguito.

 

Un po’ qua … und ein bisschen dort

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