I cavallucci sono, tra i dolci toscani, quelli meno conosciuti.
Come si puo’ vedere dalla foto fatta, sono una specie di pallina di pasta, cotta al forno con l’aggiunta di altri ingredienti, dalla forma vagamente sferica, grandi all’incirca come una susina.
Troviamo quindi farina di frumento, zucchero, arancio candito, nocciole, acqua, miele, coriandoli, semi di anice, spezie varie.
Dire che sono una ulteriore botta calorica, e’ forse fare un complimento a questo dolcetto, ma rispetto al panforte e ai ricciarelli senesi sono meno dolci.
Sotto Natale, alzi la mano chi riesce a resistere alla pur minima tentazione!
O, almeno, dalla voglia di provare nuovi sapori.
Per poter garantire la freschezza del prodotto, che va sempre conservato in luogo fresco e asciutto, la lavorazione avviene soltanto nel periodo che va da settembre a Pasqua.
I cavallucci si mangiano a Natale e anche dopo, nei mesi freddi, da soli o col vinsanto.
Se non vengono mangiati subito, immancabilmente dopo un po’ di giorni si seccano.
Molti affermano che quando i Cavallucci sono secchi, allora sono più buoni perche’ per mangiarli si inzuppano nel vino o nel vinsanto, affinche si ammorbidiscano un poco.
Il loro nome deriverebbe dall’apprezzamento che avevano per questi biscotti i cavallai delle stazioni di posta, ovvero coloro che avevano il compito di cambiare i cavalli (mentre il nome originale di questi dolcetti era ” berriguocoli “, nome con cui compaiono anche in documenti del Cinquecento).
La passione dei cavallai e della servitù per questi dolciumi era probabilmente legata alle loro tipica… durezza (tanto per mangiarli inzuppati!).
Tra la maggior parte dei dolci senesi (ricciarelli, cantuccini, etc..) i cavallucci sono forse quelli che hanno conosciuto una minore popolarità, ma fanno parte della più pura e autentica tradizione senese, e tra i toscani hanno molti estimatori.
Un po’ qua … und ein bischen dort