Prima o poi mi spostero’ definitivamente al nord.
Al momento non posso fare altro che acculturarmi un poco sulla Nuova Terra che mi opsitera’, scovando questo libro:
“Il Re e’ a tavola. Ricordi dalla cucina di corte di Re Luigi II di Baviera”
Parla dell’apprendista Theodor Hierneis che, nel 1882, prende servizio nelle ambulanti cucine della Residenz di Monaco, e di montani castellli di Hohenschwangau e Lindeerhof, in tutti i principati mitteleuropei, dove vige il purismo gastronomico francese.
Cosi’ gli apprendisti ed i cuochi e chef di corte, inizieranno a descrivere la loro terminologia utilizzando parole francesi; una matrice culturale medesima per tutti: una pasticceria architettonica e monumentale con zoccoli, festoni, mosaici realizzati con gelatine, sfoglie e sciroppi.
I singoli piatti e menu riflettono il talento del creatore e la munificenza dell’anfitrione.
Questo stile gastronomico richiede spaziose cucine e attrezzature in continuo aggiornamento, una manodopera specializzata e le migliori derrate d’importazione.
Nemmeno i denti marci o le gengive martoriate del Re Luigi II permettono di trarre conclusioni frettolose dai roast-beef che dopo ore di cottura divengono una crema al centro e caramello intorno; la paura del dentista e’ tanta, cosi’ che può mangiare solo cibi` “teneri e spumosi”.
Ma non e’ tutto, le stravaganze del Re non finiscono velocemente.
Soletto e muto, il Re si siede al tavolo previsto per quattro coperti, in una sedura di spiritisco gastronomico. Inizia poi un’esistenza notturna che scombussola totalmente tutti i suoi sudditi.
Con il passare del tempo, le fobie del Re si aggravano: fa disporre sulla tavola dei fiori al fine di creare una siepe e tenersi al riparo dagli sguardi dei curiosi.
Mangia all’aperto, con il termometro sotto lo zero, convinto di scaldarsi ai raggi del sole.
Le cucine, per quanto isolate, sono un ottimo osservatorio dei fatti.
Per ventiquattr’ore su ventiquattro i cuochi vivono in uno stato di pre-allerta con un menu sempre pronto.
Di grande interesse sono i piatti ed i menu cucinati e descritti nel libro, veramente curiosi e dai nomi totalmente francesizzanti.
Peccato che le foto scattate di alcuni castelli siano in formato cartaceo.
Se volete cerchero’ di pubblicarne qualche d’una.
Un po’ qua … und ein bischen dort