Nel mio post domenicale avevo accennato al “gelato caldo”.
Ho poi scoperto che non tutti lo conoscono anche se, oramai, e’ quasi trovabile in buona parte delle gelatierie.
Ad essere sincera, nonostante il nome lo ricordi, il suo gusto non ha molto a che vedere con il vero gelato, come lo conosciamo.
Se da una parte abbiamo un gusto cremoso e fresco (logicamente dove viene elaborato con prodotti freschi, uova, gonfio ma non pieno di aria), nel gelato caldo abbiamo qualche cosa un po’ piu’ vellutato e dalla temperatura “ambiente”.
Non possiamo quindi classificarlo tra i gelati standard, direi che sta molto meglio nella famiglia dei “dessert”, anche se il suo ingrediente principale e’ ancora il gelato alla crema.
Questo semilavorato e’ dunque molto delicato nel suo gusto, pannoso e si mantiene inalterato per diversi giorni (sempre che riesca a resistere alla tentazione del cucchiaino!).
E’ ottimo accompagnarlo con cioccolata calda, biscottini friabili o servirlo con un liquore in cima, tanto per mantenere sempre vivo questo “contrasto” di calori-sapori.
Ricordo con piacere diversi anni fa, quando lo avevo scoperto in una piccola latteria di Rho, ed era visto con vivo sospetto e veniva assaggiato solo per curiosita’…
Ora e’ molto piu’ diffuso ma, nonostante questo, il migliore che avevo provato e’ sempre riferito al primo posto rhodense.
E, per fortuna, lo fanno ancora!
Come con il gelato, per essere accattivante deve essere sistemato in vetrina in maniera particolare: chi non si fa attirare da quelle montagne di “gelo” e golose, soffici come neve ma nello stesso tempo che mantengono la loro freschezza per molto tempo?
E non parlo dei nomi curiosi (puffo, unicorno, acchiappagusto) che vengono adottati ora, ma dei gusti praticamente “normali”, dove anche la presentazione del gelato stesso, traboccante dalle vaschette e con decorazioni variegate in cima che ricordano l’ingrediente principale, fanno avvicinare alle vetrine molti piu’ golosi dei soliti cremini pre-confezionati.