La Pupazza di Frascati

Ecco la famosa “Pupazza” di Frascati, la “formosa” bonta’ frascatena acquistata durante i miei giorni trascorsi a MontePorzio Catone (Roma) .

Ma di cosa si tratta?
Sicuramente l’immagine e’ decisamente curiosa, cosa ne pensate?

La ricetta della bambolina al miele con tre seni è un vera istituzione della tradizione dei Castelli Romani ed evoca una curiosa leggenda del folklore locale.

La Pupazza di Frascati

È un semplice prodotto dolciario a base di miele millefiori dell’Agro Pontino, farina tipo 00, olio extravergine di oliva e aroma distillato all’arancia.
La Pupazza frascatana è un dolce tradizionale di Frascati, riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale laziale.

In origine preparata a Natale, la Pupazza Frascatana è un biscotto dalle fattezze femminili, realizzato a stampo, con 3 seni scoperti e pronunciati.
La sua storia inizia negli anni ‘60, quasi per gioco, ma nel giro di pochi anni è divenuto un vero e proprio simbolo di Frascati e dei Castelli Romani in genere. La donna rappresentata, o meglio la balia che, in passato, custodiva i bambini delle donne impegnate nella vendemmia, è una formosa castellana, con le braccia sui fianchi e le gambe incrociate, a mo’ di ballerina sulle punte. Qualcuno dice che, anticamente, i neonati della zona fossero allattati anche con il vino; altri trovano che la pupazza voglia rievocare la dea dell’abbondanza.
L’unica verità certa è che i tre seni, due per il latte e uno per il vino, sottolineano il ruolo centrale del vino nei Castelli Romani.

La Pupazza di Frascati

Si tratta di un biscottone tipico dell’area dei Castelli Romani e della città di Frascati, in particolare, dove lo si può trovare in vendita in alcuni forni ed in qualche bar pasticceria, oltre che presso lo storico Bar degli Specchi, sul corso principale della città, che ne vende versioni fatte anche di ceramica.
La “pupazza”, nel corso degli anni, è diventato un vero e proprio simbolo di Frascati e della ricchezza del suo territorio, in particolare dei suoi vigneti, che danno uve con cui vengono prodotti vini famosi in tutto il mondo. Per questo la donnina-mostacciolo è rappresentata con tre mammelle: due per il latte ed una per il vino!
Essendo praticamente un mostacciolo, la “pupazza” si conserva benissimo per diverso tempo, ed incartata in fogli di cellophane può trasformarsi in un simpatico dono. La presenza del miele fa sì che il biscotto appena fatto sia molto duro: non preoccupatevi, si ammorbidirà poi nei giorni successivi.

Sebbene il nome più accreditato sia Pupazza Frascatana, c’è anche chi la chiama Pupazza a Tre Seni di Frascati, chi ‘A Pupazza de Mèl’ o chi, più semplicemente, Miss Frascati.

Questa deliziosa e procace donnina si è trasformata negli anni in un prodotto particolarmente rappresentativo della cittadina che si affaccia su Roma. Tanto che, alcuni artigiani della zona ne hanno realizzato varianti “non commestibili” in metallo e ceramica da conservare come ricordo.

La Pupazza di Frascati

{ si tratta di un vecchio post, che non so come era rimasto in archivio e non pubblicato }

Un po’ qua … und ein bisschen dort

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