“La finestra di fronte” – Pastina

La finestra di fronte” di Ferzan Özpetek, e’ un film del 2003.

Come in tutti i film di Özpetek, il tema della cucina e del cibo sono temi ricorrenti.

“La finestra di fronte” – da Internet

Non si accontenti di sopravvivere. Lei deve pretendere di vivere in un mondo migliore, non soltanto sognarlo.
Davide

Anche in questo caso abbiamo un’abbondanza di dolci e di torte, di ogni tipo e fattezza.
Ecco perche’ ho deciso di NON prepararne neppure una.
Ho pensato di cucinare un’altra portata, piu’ semplice e piu’ alla mia portata, magari passata nel film un po’ in secondo pianno. Ma certamente calda, famigliare e non calorica.
Si tratta di un piatto di pastina, la stessa offerta a Davide/Simone  🙂

“La finestra di fronte” – da Internet

E questa… e’ la mia (non e’ brodosa, a me piace cosi’, con un velo di burro al suo interno).


Per la trama ho fatto riferimento a Wikipedia…
Giovanna, sposata con Filippo e madre di due bambini, Martina e Marco, è insoddisfatta della propria vita: non apprezza il lavoro come contabile in una polleria, spesso è in crisi col marito che passa da un lavoro precario all’altro e, sognando una vita migliore, spia di nascosto Lorenzo, il vicino che abita nel palazzo di fronte.

Un giorno ritornando a casa, Giovanna e Filippo incontrano un anziano signore, privo di memoria, che afferma di chiamarsi Simone.

“La finestra di fronte” – da Internet

Nonostante Filippo decida di ospitarlo temporaneamente a casa, in attesa che si riprenda, Giovanna è inizialmente riluttante a prendersi cura di lui ma poco a poco gli si affeziona e cerca di scoprirne l’identità, proprio con l’aiuto di Lorenzo.
L’anziano uomo in realtà è Davide Veroli, ebreo ed omosessuale scampato al rastrellamento del 1943, durante il quale dovette scegliere se avvertire il maggior numero di persone o l’amato (il vero Simone).
Una volta riacquistata la memoria, questi ricorda chi era stato (il proprietario di una grande pasticceria di Roma) e spinge Giovanna a coltivare la passione per i dolci.

Mio caro Simone,
dopo di te, il rosso non è più rosso. L’azzurro del cielo non è più azzurro. Gli alberi non sono più verdi.
Dopo di te, devo cercare i colori dentro la nostalgia che ho di noi. Dopo di te, rimpiango persino il dolore che ci faceva timidi e clandestini.
Rimpiango le attese, le rinunce, i messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in mezzo a un mondo di ciechi, che non volevano vedere perché, se avessero visto, saremmo stati la loro vergogna, il loro odio, la loro crudeltà.
Rimpiango di non aver avuto ancora il coraggio di chiederti perdono. Per questo, non posso più nemmeno guardare dentro la tua finestra. Era lì che ti vedevo sempre, quando ancora non sapevo il tuo nome.
E tu sognavi un mondo migliore, in cui non si può proibire ad un albero di essere albero, e all’azzurro… di diventare cielo.
Non so se questo è un mondo migliore… ora che nessuno mi chiama più Davide… ora che mi sento chiamare soltanto signor Veroli, come posso dire che questo è un mondo migliore?
Come posso dirlo senza di te?

Lettera scritta da Davide Veroli (Massimo Girotti) per  Simone (Ivan Bacchi)

Un po’ qua … und ein bisschen dort

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