Cosa fare a Ferragosto a Parigi?
Considerando che si tratta anche del nostro ultimo giorno do vacanza qui, prima della partenza per la nuova destinazione?
Sicuramente il ributtarci nella folla non fa per noi.
MChristine ci e’ venuta in soccorso suggerendoci, e poi accompagnandoci fisicamente in auto, a Versaille.
Con grande stupore ho scoperto che NON esiste solamente la Reggia ma anche il Giardino e, soprattutto, una “vera” cittadina al di fuori di queste mura.
La reggia di Versailles viene detta anche palazzo o castello di Versailles (in francese château de Versailles) o semplicemente per antonomasia Versailles.
Si tratta di un’antica e grandiosa residenza reale dei Borbone di Francia situata nella cittadina di Versailles, posta a circa 20 chilometri a ovest di Parigi.
Appena giunti abbiamo trovato… guarda guarda.. la solita coda.
Presente ovunque, in ogni minimo angolo della cittadina parigina, con ogni tempo meteorologico e con ogni stagione.
Cosi’ abbiamo optato per la visita al parco ed ai giardini del Palazzo.
Il grande parco che si estende alle spalle della reggia rappresenta una delle maggiori ricchezze di Versailles.
Il parco ha una superficie di 815 ettari, contro gli 8000 ettari che occupava prima della Rivoluzione francese, con 93 giardini.
Come dalle poche foto che ho inserito e che potete vedere, nel parco non si trovano solo sterili alberi ma anche fontane con sculture eleganti, giochi d’acqua, aiuole e canali.
Particolarmente originale è stata la creazione del Grand Canal lungo 1670 metri, che fece da sfondo a numerose feste e che ospitò persino delle imbarcazioni. Ed in inverno? Semplice, si pattina sopra.
Dal 1669, infatti, Luigi XIV fece navigare sul canale scialuppe e vascelli in miniatura e nel 1674, la Serenissima inviò al re Sole due gondole e quattro gondolieri che furono alloggiati negli edifici alla testa del Canale, che da quel momento furono chiamati Piccola Venezia.
I lavori di sistemazione dei giardini cominciarono contemporaneamente alla costruzione del palazzo e durarono per circa quarant’anni, si trattò di un’opera gigantesca che necessitò del lavoro di migliaia di persone.
Abbiamo iniziato con l’ Orangeria.
L’Orangerie della Reggia di Versailles (in francese: L′Orangerie du Château de Versailles) venne costruita da Jules Hardouin-Mansart tra il 1684 ed il 1686, durante la prima campagna di costruzione ed ampliamento dei giardini di Versailles.
La struttura, comune a molte reggie e palazzi in tutta Europa, era utilizzata per conservare piante provenienti da climi caldi o sofferenti al freddo invernale e sorprendere i numerosi visitatori a corte.
Durante l’inverno, l’orangerie di Versailles ospitava nello specifico un centinaio di piante in vaso, molte delle quali erano piante di arancio, frutto molto gradito a Luigi XIV di Francia.
Da maggio a ottobre le piante venivano trasportate all’esterno nel Parterre Bas.
La predilezione però di Luigi XIV per questo frutto portò alla necessità di creare appunto un’orangerie di modo da riuscire ad ottenere arance e limoni tutto l’anno al fine di dare l’impressione che la frutta più costosa fosse sempre sulla tavola del più ricco tra i re europei.
Fu sotto Luigi XIV inoltre che si diffuse la moda dell’arancio in Francia non solo a livello di coltivazione ma anche come motivo in sculture, mosaici, dipinti, poemi e canzoni, nonché dell’uso dei fiori d’arancio come fiore tipico delle cerimonie nuziali.
Personalmente mi e’ sembrato, comunque, che questa parte fosse un po’ defilata e lasciata a se stessa.
Le piante, comunque invasate e ben incolonnate, parevano tristi ed in attesa di essere abbeverate.
Abbiamo poi proseguito senza una vera meta, seguendo i vicoletti e gustandoci pace e tranquillita’.
Il silenzio era rotto solamente dalla musica proveniente da una delle tante fontane disperse, che allietava i turisti (pochi) con magnifici giochi d’acqua.
Pochi in quanto la maggior parte era in attesa di entrare a visitare la Reggia.
Un piccolo scorcio dei giochi d’acqua
Bacino dell’Apollo
Sotto Luigi XIV, il bacino esistente in questo luogo fu ampliato e ornato nel 1671 con il famoso piombo dorato raffigurante Apollo sul suo carro.
L’opera di Jean-Baptiste Tuby, dopo un disegno di Charles Le Brun, è ispirata alla leggenda del dio del sole, emblema del re.
I giardini sono composti da tanti piccoli “boschetti” che, al loro interno, racchiudono fontane o statue.
Il Bosquet De La Colonnade (Boschetto del Colonnato) fu costruito nel 1685 da Jules Hardouin-Mansart.
Il Colonnato sostituisce il Sources Grove creato da Le Nôtre nel 1679.
Prende il nome dal peristilio – composto da 32 colonne di marmo – che circonda il gruppo scolpito raffigurante la Rimozione di Proserpine, eseguito da François Girardon tra il 1678 e il 1699.
Bacino della Latona
Il gruppo marmoreo scolpito dai fratelli Marsy nel 1670, con Latona e i suoi figli, è una delle opere più famose di Versailles, che dà il nome alla piscina su cui si trova.
Ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, il Bacino di Latona illustra la metamorfosi dei contadini liciani in anfibi, dopo che hanno impedito alla dea e ai suoi figli Diana e Apollo di estinguere la loro sete.
Il bacino e il parterre che lo circonda, progettato da André Le Nôtre, hanno beneficiato di un restauro completo nel 2015.
Esiste anche una leggenda per questa fontana
Latona, madre di Apollo e Diana e padrona di Giove, fu costretta a fuggire a causa della gelosia del suo rivale Giunone.
Un giorno, dopo essere arrivata nell’attuale Turchia, si avvicinò a una piscina in una palude per bere l’acqua. I contadini locali la impedirono e con la sua rabbia mise su di loro una maledizione che li trasformò in rane.
Fu questo episodio, raccontato da Ovidio nel libro VI delle sue Metamorfosi, che ispirò la fontana di Latona.
La fontana di Latona fu il risultato del desiderio di Luigi XIV.
Voleva al centro del suo giardino una fontana che raccontava la storia dell’infanzia di Apollo, il dio del sole che aveva scelto per il suo emblema.
Per creare questa fontana, Luigi XIV fece scavare uno stagno per Luigi XIII, installando progressivamente giochi d’acqua e sculture prodotte dai fratelli Marsy.
La fontana Latona attraversò diverse fasi prima di acquisire la sua forma attuale.
Nel 1667, era la fontana delle rane.
Dal 1668 al 1670, apparve la prima fontana di Latona; Latona era quindi allo stesso livello delle altre figure e si affacciava sul Palazzo. Dal 1687 al 1689, Jules Hardouin-Mansart creò l’attuale fontana girando Latona e posizionandola sulla cima di una piramide di marmo.
Se la Reggia di Versailles e’ il fulcro per i turisti di questa cittadina, non dobbiamo comunque scordarci degli abitanti.
Il nome «Versailles» viene probabilmente dal latino “versare”, “rivoltare”. Il termine, risalente all’XI secolo, avrebbe designato in origine delle terre lavorate (rivoltate).
Proprio di fronte all’ingresso della Reggia di Versailles, troviamo le scuderie: la piccola e la grande.
Essendo MChristine amante di questi quadrupedi, abbiamo fatto una piccola sosta per vedere anche la maestria di questi cavalli, durante i loro esercizi quotidiani.
Costruiti da Jules Hardouin-Mansart, questi due edifici simmetrici devono il loro qualificativo di “grande” e “piccolo” alla destinazione d’uso.
Nella piccola scuderia si trovavano le vetture, i cavalli da tiro e l’attrezzatura. La grande scuderia, riservata invece ai cavalli da sella e dotata di un maneggio, ospita oggi il museo delle carrozze (traini, portantine e carrozze del XIX sec.), nonché l’Accademia equestre nazionale del domaine de Versailles fondata da Bartabas
Louis Lazare Hoche (Versailles, 25 giugno 1768 – Wetzla, 19 settembre 1797) è stato un generale francese attivo durante le guerre rivoluzionarie.
Lazare Hoche viene annoverato tra gli amanti di Giuseppina, vedova Beauharnais, futura consorte di Napoleone Bonaparte
Ec eccodi nel vero centro della citta’, la Piazza del Mercato.
Si tratta di una piazza quadrata, ampia dove sui lati troviamo un grande numero di negozietti. Il fulcro, dunque, di Versailles.
Abbiamo fatto una piccola sosta alla Catedrale di San Luigi (Cathédrale Saint-Louis), costruita nel 18esimo secolo in stile Neo Classico, ne domina la piazza omonima.
Eretta nell’arco di tempo compreso fra il 1743 ed il 1754 da J. Hardouin-Mansart de Sagonne, nipote dell’architetto di Luigi XIV°, questa chiesa presenta una facciata classica ma è movimentata dal barocco francese.
Essa fu voluta da Luigi XV, profondamente cristiano, che desiderava che il quartiere del Parc aux cerfs, disponesse di un luogo per il culto.
La costruzione presenta le seguenti dimensioni: lunghezza interna: 93 metri; Larghezza interna: 38 metri; altezza della navata: 24 metri; altezza alla sfera superando la cupola: 65 metri.
Madonna dietro l’altare maggiore della Cattedrale di Saint-Louis
Sul lato sinistro della costruzione e perpendicolare ad esso, la Cappella della Provvidenza (1764) fu costruita da L.F. Trouard (1729 – 1794) in uno stile neoclassico molto essenziale, molto in voga alla fine del settecento. La cappella era concepita per i catechismi, era chiamata inizialmente “Cappella dei Camai” perchè ci si posava i corpi dei morti del Palazzo prima della loro inumazione: fu solo dal 1826 che prese il nome di “Cappella della Provvidenza”.
Una volta ritornati a casa, abbiamo mangiato un boccone veloce prima di ripartire alla volta dei.. cavalli.
Per l’occasione ho assaggiato il _vero_ pate’, che non ha decisamente nulla da comparare a quello che si trova nei nostri dintorni.
Una favola.
I cavalli di MChristine e di Pascal, in attesa del nostro arrivo.
Questo atteggiamento di Tobias e’ molto sospettoso. Vorra’ forse indicarmi qualche cosa?
Sicuramente non si e’ tirato indietro alla richiesta di mettere il caschetto, prendere il frustino e rimontare in sella!
Ed ecco l’attivita’/sport preferito dalla nostra MChristine.
Ha fatto provare la guida anche a Tobias ed a me, ma vi posso dire che non e’ affatto facile far andare i cavalli dove voglio io, oppure seguendo un determinato percorso come in una gara.
Come sempre, velocemente la cena e’ stata preparata.
Ed io che avrei voluto (tentato) di perdere qualche chilo, soprattutto con l’attivita’ fisica della camminata.
Ed eccola qui: Patate con formaggio e crème fraîche al forno
per continuare con canard cotta 3 ore nel suo grasso. Soffice, deliziosa e, nonostante tutto, non sapeva di “grasso”
Non amo il “brut” ma con 25euro di bottiglia si puo’ fare anche uno strappo alla regola.
Cosa ne pensate?
Accompagnandolo a Macarons e piccola pasticceria.
Dopo questo non mi e’ restato che andare in camera e preparare la borsa per domani, buttandomi sul letto e dormendo profondamente.
Un po’ qua … und ein bischen dort