Passeggiando nell’area blu di San Vincenzo (nel mio caso, ma anche in molte altre zone della Toscana), ossia in quella vietata al traffico automobilistico, si puo venire catturati da un forte aroma dolciastro e di anice.
Come in quasi tutte le fiere e marcatini, non possono sicuramente mancare i famosi BRIGIDINI di LAMPORECCHIO.
I brigidini altro non sono che cialde rotondeggianti (ed auto-arrotolate su se stesse) molto friabili.
Ultimamente, oltre nel gusto caratteristico, vengono confezionate anche al cioccolato (gusto che ho apprezzato di piu’..).
A mio parere sono troppo dolci ma il piccolo Tobias non ha disdegnato il nuovo assaggio.
I brigidini sono anche famosi per la macchina che li produce (vedi la fotografia grande).
Da un documento trovato in rete, ora non piu’ disponibile, si puo’ leggere che
Descrizione delle metodiche di lavorazione: A macchina, con la “giostra”:
– Impasto con farina tipo “0” o “00”, uova, essenza liquida di anice (in passato si usavano i semi) e zucchero
– Caricamento della pasta nella “giostra” (particolare macchina che ruota durante la cottura, dotata di una tramoggia fatta ad imbuto, di un dosatore e di
– Il dosatore fa cadere sulla piastra inferiore una piccola quantità di impasto, sufficiente per formare la cialda
– Calata la piastra superiore, la giostra inizia a girare per circa 60 secondi ad una temperatura di 200°C
– Alla fine del giro (e quindi della cottura), la piastra superiore si alza e lascia il brigidino schiacciato
– Il brigidino è staccato dalla piastra con l’aiuto di una spatola
– I brigidini cadono su un nastro trasportatore ondulato, che oltre a farli raffreddare, ha la funzione di trasportarli direttamente nel sacchetto
Ma e’ la macchina che li produce che mi affascina, con il suo sbuffo…
Un po’ qua … und ein bisschen dort