Il ragazzo ha preso il volo: 10 mesi in Canada a studiare.
Solo.
Sicuramente si tratta di una grossa esperienza a livello formativo, non lo metto in dubbio, ma lo vedo ancora innocente e piccolo per poter affrontare tutto questo, senza il sostegno VICINO dei suoi genitori.
Gia’ la preparazione della valigia e’ stata un’odissea.
Fino all’ultimo giorno non era stato preparato molto, nonostante abbia sempre tentato di “forzarlo” a stilare un elenco preventivo dei capi ed oggetti da voler portare, cosi’ da averla sotto gli occhi e velocizzare la raccolta.
Nulla da fare.
Gliela ho scritta io, inserendo tutto lo scibile e tutto cio’ che mi passava per la mente.
Stava poi a lui decidere quali, quanti e cosa comprare nell’altro continente.
Mi e’ restato solo mettermi in un angolo e guardare, senza commentare se non richiesto. Non ce l’ho fatta, almeno davo motivazioni della mie eventuale scelta/preferenza.
Durante le fasi preliminari, avevamo scelto di far partire Tobias da Francoforte, cosi’ da essere in un gruppo con accompagnatore.
Anche qui la nostra idea e’ stata cassata: volo diretto per Toronto. Solo.
La mattina, relativamente presto, siamo andati alla volta dell’Aeroporto di Monaco.
Dopo aver sbrigato velocemente il check-in (presvolto a casa, con tanto di decisione del posto ed inserimento del secondo bagaglio)
abbiamo fatto colazione insieme da Sportalm.
E’ stata la volta dei saluti, molto sbrigativi da entrambe le parti, giusto per non mostrare la lacrima che oramai stava per cadere.
E’ stato bello vederlo passare la Security, a testa alta, baldanzoso e pronto ad affrontare anche questa sfida, nonostante il mio cuore fosse colmo di tristezza.
Certo che nulla poteva andare per il verso giusto, cosi’ che anche i controllori di Londra ci hanno messo lo zampino, procurando ritardi notevoli a tutti i voli.
Fortunatamente il suo pilota ha optato per effettuare il volo sopra l’Islanda e poi la Groenlandia, cosi’ da arrivare in giornata, seppure con qualche ora di ritardo.
Certo che avrebbero potuto segnalare meglio il ritardo del volo, soprattutto sul sito dell’ Air Canada, e non lasciare le persone nella disperazione per auto-informarsi (situazione non facile, visto il caos).
Non certo quello che ha dovuto aspettare Tobias, ben 3 ore, prima dell’arrivo del suo autista.
Ma tutto e’ bene quel che finisce bene.
I suoi primi giorni canadesi sono stati di introduzione scolastica e di approccio con le nuove abitudini locali ed alimentari.
Mai mi sarei immaginata che si mangiava un hotdog, con tanto di senape e ketchup 🙂 🙂
Le buone abitudini non si perdono mai, neppure all’estero. Tanto da preparare un piatto di pasta al sugo, da portare anche a scuola.
Un po’ qua … und ein bisschen dort