Lo sapevate che esiste una storia che narra la creazione della fragola?
Storie e leggende sulle fragole.
Nel Seicento le fragole divennero la golosità prediletta sia di Shakespeare, che le definiva “cibo da fate”, sia del re Sole.
Sembra che alla corte del re francese i frutti di Venere fossero al centro di giochetti amorosi. La dama invitava il cavaliere al gioco erotico mangiando lascivamente fragoline arricchite di zucchero e panna.
Una prima rudimentale tecnica di coltivazione della pianta venne applicata proprio dai giardinieri di
Luigi XIV, i quali estirpavano dal bosco le varietà selvatiche per reimpiantarle nei giardini di Versailles.
Questo metodo rimase inalterato fino all’inizio del Settecento, quando con l’arrivo di specie extra-europee si cominciò il ciclo completo della coltivazione.
Fu esattamente nel 1766 che in Francia, incrociando due specie selvatiche americane, nacque la fragola “grossa“.
Oggi la fragola “afrodisiaca” si accompagna a panna o cioccolata.
Gli antichi Romani consideravano la fragola di bosco afrodisiaca ed era usata per le celebrazioni in onore di Adone, perché identificava le lacrime versate da Venere sulla sua tomba.
Adone è un’antica figura mitologica di origine siriaca che inizialmente incarnava il ciclo stagionale della natura. Si narra poi che Adone fosse nato dall’amore incestuoso di Mirra con suo padre Cinira, re di Cipro. Per punizione Mirra, incinta, fu trasformata in un albero. Adone, dunque, fu partorito dalla corteccia dell’albero madre, come racconta anche Ovidio.
Secondo alcune fonti il neonato fu raccolto da Venere, che lo affido’ a sua volta a Proserpina perché lo allevasse.
Una volta divenuto adulto, Venere si reco’ negli Inferi per riprenderselo, ma incontro’ l’opposizione di Proserpina. Per risolvere la rivalità fra le due dee, Giove stabili’ che Adone avrebbe passato metà dell’anno negli Inferi con Proserpina, l’altra metà sulla terra con Venere.
Sembra che Venere fosse talmente innamorata di Adone che: non la si vide più nemmeno in cielo. Al cielo preferi’ Adone. Era diventata la sua compagna inseparabile: lei che era abituata a starsene al riparo e a occuparsi solo di se stessa, curando la propria bellezza per renderla ancora più splendente …
Adone era un abile cacciatore e Venere lo accompagnava nelle battute di caccia. La dea tuttavia esorto’ più volte Adone a essere prudente e di non affrontare gli animali feroci:
– “Sta’ attento: il coraggio è pericoloso! Evita di essere temerario […] e non stuzzicare le belve che la natura ha fornito di armi […] “
Ma Adone non diede ascolto agli ammonimenti dell’amata.
Un giorno i suoi cani seguirono le impronte di un cinghiale che, una volta colpito da un giavellotto scagliato da Adone, riusci’ a liberarsi della lancia e a inseguire il cacciatore. Quando lo raggiunse, gli conficco’ i denti nell’inguine.
Venere senti’ le urla di dolore dell’amante ormai morente e accorse al luogo fatidico.
Lo vide nel suo sangue e allora formulo’ una promessa: il ricordo del lutto sarebbe durato in eterno.
Dopo aver detto questo, Venere verso’ nettare profumato sul sangue […] E da quel sangue spuntò un fiore di colore rosso.
Adone divenne un anemone, e dalle lacrime di Venere sbocciarono delle rose (o delle fragole!)
Detto questo… non mi resta che attendere la giusta maturazione delle mie fragole.
Sempre sperando di essere piu’ veloce delle lumache, che adorano questo frutto (o, per lo meno, quello del mio giardino).
Un po’ qua … und ein bisschen dort