Oramai Stephan si sta abituando bene con il pane sempre fresco a casa.
Ed io non ne posso che essere felice.
Oggi ho provato la preparazione di questo “Pane integrale di farro“, tratto dal libro “La mia Pasta Madre – Il pane, i dolci, la vita in montagna” di Vea Carpi .
Diciamo che ho iniziato a seguire anche il procedimento, alla fine ho fatto (decisamente) come ho voluto io, stravolgendo il tutto.
In effetti ho lasciato integro solo la quantita’ e l’inizio della preparazione.
Ingredienti – Pane integrale di farro – 1 pagnotta
Lievitino 20gr pasta madre rinfrescata 50gr farina 45gr acqua Impasto tutto il lievitino 150gr farina 0 350gr farina (integrale) di farro 450gr acqua 9gr sale
Procedimento
Lievitino – la sera precedente
Impastate bene gli ingredienti e lasciate riposare l’impasto tutta la notte coperto.
Impasto
Al mattino (o comunque dopo 8 ore circa) aggiungete la farina 0, la farina integrale di farro e l’acqua al lievitino (che nel frattempo si sarà riempito di bolle).
Date una prima, veloce impastata, fino a che la farina non avrà assorbito l’acqua.
Lasciate in autolisi per mezz’ora.
Passata la mezz’ora di autolisi aggiungete il sale e bagnate l’impasto con un po’ di acqua.
Finite di impastare, fino ad avere un impasto morbido, liscio e compatto.
Fate dei giri di pieghe S&F a 30-60-90 minuti, lasciando l’impasto a temperatura ambiente.
Personalmente mi e’ risultato un impasto veramente molto liquido, nonostante le pieghe.
L’impasto era molto incordato fino all’inserimento del sale poi, unendo 30ml di acqua, si e’ disperso.
A questo punto ho deciso di tentare di formarlo subito, inserendolo in una cestino di lievitazione rettangolare.
Lasciate lievitare per circa un’ora, poi riponete l’impasto in un luogo fresco (frigorifero) per altre 24 ore.
Il mattino successivo, giorno di cottura, tirate fuori l’impasto dal frigo ed infornate immediatamente in forno pre-riscaldato (passaggio frigo-forno).
Infornate a 220 gradi per i primi 15 minuti, poi abbassate a 200 gradi per un’altra mezz’ora.
Il risultato ottenuto, almeno per me, e’ stato quello di un “disco volante”, come potete notare dalla foto.
Ad ogni modo, dopo il taglio, era abbastanza bucoso e dal buon sapore.
Un po’ qua … und ein bisschen dort